Lo sviluppo cognitivo secondo Bruner

Lo psicologo statunitense Jerome Seymour Bruner (1915) ha dato un contributo importante allo studio del sviluppo dei processi cognitivi. Fondatore del Centro per gli studi cognitivi, un grande contributore al cognitivismo, l'autore si riferisce alla teoria motivazionale. Secondo questa teoria, l'interazione con il mondo è guidata dalle condizioni o dalle motivazioni.

1. Il comportamento intelligente e il ruolo della rappresentazione

La percezione ed elaborazione delle informazioni è possibile grazie a una serie di strategie di risposta, che tengono controllo del mondo circostante. Gli umani sono in grado di selezionare le informazioni, compiere generalizzazioni astratte, generare concetti, avere schemi mentali, effettuare calcoli complessi e quindi dare un senso alla realtà con diversi punti di vista.
Bruner individua tre forme di rappresentazioni, un sistema fondamentale per lo sviluppo cognitivo, in quanto codifica le informazioni:
  • Rappresentazioni esecutive: caratteristiche del primo anno, le rappresentazioni sono legate ad azioni pratiche. Sono rappresentazioni di sequenze di movimenti.
  • Rappresentazioni iconiche: basato sulle immagini mentali. Evocano un oggetto o una situazione anche in sua assenza.
  • Rappresentazioni simboliche: consiste nell'uso di simboli. Esse permettono di sviluppare il pensiero logico-scientifico e narrativo.

2. Concetti, attributi e categorie

Alla base di ogni processo cognitivo sta la formazione dei concetti secondo Bruner. Ma che cos'è un concetto?
Affinché un oggetto, un'informazione, un evento venga riconosciuto come un esemplare di concetto, deve avere dei attributi, ovvero le sue caratteristiche. Esistono attributi rilevanti, fondamentali per il riconoscimento di un concetto e poi quelli irrilevanti.

3. Il processo di categorizzazione ed economia cognitiva

Quando a un oggetto vengono riconosciuti gli attributi ricorrenti ed esclusi quelli irrilevanti, si sta compiendo il processo di categorizzazione. Si riconoscono le qualità e le relazioni in comune e poi si riporta il significato comune e astratto. L'attribuzione di un concetto necessita di tentativi, prove ed errori, e prevede delle strategie per verificare la correttezza o meno delle ipotesi.
Un contributo importante è stato quello della psicologa Eleanor Rosch (1938), che affermò che le categorie hanno la funzione di ridurre la complessità del mondo, di orientarsi di fronte ad oggetti sconosciuti e di ridurre il numero di informazioni. Questo principio si chiama "economia cognitiva". Le categorie e i concetti sono strutturati con due dimensioni: verticale e orizzontale. La dimensione verticale si riferisce alla caratteristica di inclusività e la generalità che contraddistingue le categorie, alla loro organizzazione gerarchica. Le categorie si chiamano: sovraordinato, base e subordinato. Quelle di livello base sono di grande importanza, in quanto sono le più utilizzate quotidianamente e le prime ad essere apprese. A livello orizzontale ci sono le categorie dello stesso livello.

4. L'importanza del linguaggio

Secondo Bruner, l'apprendimento è dato dalla costruzione sociale di significato e si realizza nella continua interazione fra le persone e l'ambiente.  L'apprendimento dei significati è possibile grazie ai sistemi simbolici, come i numeri o le lettere e ci supportano nelle nostre azioni quotidiane. Il linguaggio è il veicolo e il supporto più potente per l'apprendimento. Attraverso la narrazione, i bambini e gli adulti entrano nel mondo dei segni e delle rappresentazioni delle proprie culture. Non solo: parlando, i genitori ci spiegano quali comportamenti seguire, ci tramandano conoscenze ed esperienze, indicando anche quali verità in cui credere. Il linguaggio, inoltre, è uno strumento di organizzazione dell'ambiente esterno e della nostra interazione con esso.  Il linguaggio è un amplificatore cognitivo e ci aiuta a rendere più chiari i passaggi del pensiero stesso.

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